Lo Spirito e le strade per l'oggi

Nell’agosto del 2014 i Superiori degli Istituti esclusivamente Missionari d’Italia hanno deciso di chiudere la rivista Ad Gentes.

Rivista di teologia e antropologia teologica, Ad Gentes era stata promossa nel lontano 1997 dalla stessa Conferenza degli Istituti Missionari in Italia (CIMI).

Voluta dal mondo missionario italiano Ad Gentes è stata lungo il corso degli anni un’occasione di riflessione teologica sulla missione oltre che uno strumento di animazione missionaria della Chiesa italiana.

A dir la verità la rivista si è dimostrata ed è ancora fonte preziosa anche tanti missionari e missionarie operanti nelle molte chiese del mondo. Basti dare un’occhiata ai temi affrontati, ai teologi e ai diversi missionari che hanno offerto il loro contributo.

In questi ultimi anni il mondo “specificamente missionario” sembra decisamente alle prese con le molte chiusure di testate missionarie.

I Superiori degli Istituti Missionari d’Italia, annunciando la chiusura di Ad Gentes, rivolgendosi alla Direzione e al Comitato scientifico della Rivista, scrivevano che “vi abbiamo chiesto di chiudere un capitolo proprio per permetterci di pensarne un altro. (…). Ora però con umiltà chiediamo allo Spirito, il grande protagonista della missione, che ci indichi le strade che vanno bene oggi per continuare a svolgere all’interno della Chiesa italiana il ruolo importante che ci è ancora riconosciuto”. (cfr. Editoriale 2014/2)

Mi pare si possa sostenere che la rivista sia stata chiusa non per il venir meno della domanda teologica sulla missione.

Infatti, alla luce della mia breve esperienza diretta di animazione missionaria nel contesto della Diocesi di Como e prima ancora di Milano, mi verrebbe da dire che la domanda sulla missio ad gentes non sia mai venuta meno e oggi è più che mai viva e sentita.

Ciò che è cambiato rispetto ai tempi passati è la concezione della missione ad gentes, non più prerogativa esclusiva dei soli Istituti Missionari ad gentes; e, di conseguenza il netto aumento del numero di “attori” della missione. Infatti oggi la missione è sentita come propria non solo dai membri degli Istituti esclusivamente missionari ma dalla chiesa locale, dai suoi fidei donum sacerdoti e laici, dai movimenti ecclesiali etc.

Molte sono le occasione di confronto e di riflessione, spesso a partire dall’esperienza, sull’apporto della missio ad gentes alla pastorale ordinaria. Ci si domanda come la missio ad gentes possa ispirare ogni chiesa locale a decidersi per un deciso progetto di pastorale parrocchiale in uscita.  Si pensi a quanto ci è chiesto da Papa Francesco là dove in EG parla della trasformazione missionaria della Chiesa. L’apporto dei “specificatamente” missionari, a nostro avviso, non è negato ma richiesto, cercato e valorizzato. Spetta a noi avere qualcosa di importante e significativo da dire.

Dunque, e qui evidenzio a chiare lettere la mia tesi, la domanda di riflessione teologica pastorale sulla missione anche a partire dal mondo missionario è quanto mai attuale e viva.

La mia convinzione è che Ad Gentes sia stata chiusa più per questioni di “forma” che di contenuto. Nell’epoca digitale sembra che tutto debba mutare. Speriamo questo non avvenga a scapito della riflessione e della ricerca.

Con questo mi auspico che i Superiori ricordino quanto scritto al momento della chiusura della Rivista, là dove parlano dell’apertura allo Spirito, protagonista della missione perché ci indichi nuove strade:

“In quello che diciamo non c’è alcuna valutazione negativa del lavoro fatto. Anzi, siamo estremamente riconoscenti a tutti coloro che hanno portato avanti Ad Gentes per ben 18 anni. Ora però con umiltà chiediamo allo Spirito, il grande protagonista della missione, che ci indichi le strade che vanno bene oggi per continuare a svolgere all’interno della Chiesa italiana il ruolo importante che ci è ancora riconosciuto” (cfr. Ad Gentes, editaoriale 2014/2).

Sono certo che la ripresa della riflessione teologica e pastorale a partire dal vissuto della missione ad gentes, risulterebbe di grande aiuto agli stessi Istituti Missionari alle prese con una sorta di rassegnazione e delusione ormai profonde. E, la riflessione fatta insieme, con i molti soggetti dell’unica missione della Chiesa, avrebbe molto da dire alla missione tout court.

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